L’ultimo episodio di lavoro nero a danno dei lavoratori stranieri che si e’ registrato nel territorio del Calatino Sud Simeto -questa volta interessando un’azienda agricola di Grammichele- accende i riflettori su un fenomeno che fino ad oggi e’ stato trascurato dalle istituzioni locali. Se un plauso merita l’azione repressiva delle forze dell’ordine, dall’altro lato e’ doveroso denunciare il totale abbandono in cui versano decine e decine di migranti che, dopo la chiusura del CARA di Mineo, sono rimasti nelle campagne circostanti, privi di dignita’ e di diritti. Le aziende agricole del territorio, commettendo un grave errore, spesso fanno ricorso alla manodopera straniera con pratiche irregolari perche’ strozzate dalla continua crisi del mercato. Altri soggetti, con ipocrisia e dolo, di giorno criticano ogni forma di accoglienza ma nell’ombra della notte vanno a riempire i furgoni di migranti per utilizzarne la forza lavoro. Purtroppo nel dismettere il CARA di Mineo le istituzioni locali hanno dato piu’ attenzione al tema dello smaltimento dei rifiuti o all’adozione dei cani randagi che non al destino delle persone umane. Oggi nelle campagne di Mineo e del Calatino Sud-Simeto risiedono diverse decine di lavoratori stranieri collocati ai margini della societa’, stipati in alloggi improvvisati, privi dei servizi essenziali, facili prede di persone senza scrupoli o, nella migliore delle ipotesi, di imprenditori agricoli disperati alla ricerca di manodopera a buon mercato.“Quando si toglie la polvere sotto il tappeto –afferma Paolo Ragusa (Presidente ALS-MCL Sicilia e vice presidente MCL Catania)– viene fuori un grave problema umano che ha pesanti ripercussioni sull’economia legale del territorio. I programmi e le risorse del PON Legalita’ possono offrire possibilita’ di intervenire sui nodi strutturali dell’integrazione dei migranti, mentre strumenti come la promozione della “rete del lavoro agricolo di qualità” possono favorire un percorso di riallineamento legale delle imprese agricole. Per affrontare questo tema –annuncia lo stesso Paolo Ragusa– chiediamo a S.E. il Prefetto di Catania che assuma un’iniziativa per concertare, insieme alle istituzioni locali, le forze dell’ordine, le organizzazioni sociali e sindacali, i soggetti del terzo settore, attivita’ e progetti utili a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini stranieri ‘invisibili’, ma tanto presenti nelle campagne vicine all’ex CARA di Mineo”. Salvo Cona
ALS-MCL Sicilia, tramite il suo presidente Paolo Ragusa, chiede un incontro al Prefetto di Catania sui lavoratori stranieri “invisibili” presenti nelle campagne vicine all’ex CARA di Mineo