Decreto flussi: nuove soglie di ingresso per la formazione e il lavoro

Recentemente è stato disposto un decreto apposito dedicato ai lavoratori stranieri extra UE sulle quote di ingresso, per gli anni dal 2023 al 2025. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha stabilito quali sono quindi i limiti di ingresso, legati a motivi di studio o lavoro, per i prossimi anni.

Il 7 agosto 2023 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto apposito che va a confermare anche per il triennio a venire la quota di 15.000 ingressi di cittadini extra UE. In particolare questo decreto va a stabilire con precisione qual è la soglia prevista per la frequenza di corsi di formazione professionale e per svolgere tirocini formativi, come vedremo tra poco.

Il decreto, soprannominato come decreto flussi, è particolarmente importante anche in risposta alle esigenze di determinati settori lavorativi. Vediamo nello specifico cosa stabilisce per il prossimo triennio il decreto flussi e quali sono le nuove regole.

Decreto flussi: le soglie per la formazione

Il decreto flussi stabilisce con precisione quanti cittadini extra UE possono entrare in Italia con il permesso per studio, ovvero per motivazioni legate alla formazione. Si prevede quindi una conferma del limite a 15.000 persone per il prossimo triennio, suddiviso in questo modo:

  • 7.500 persone per la frequenza di corsi di formazione professionali per raggiungere una qualifica, con durata massima di 24 mesi;
  • 7.500 persone per la partecipazione a tirocini formativi inseriti nel percorso di formazione del paese di provenienza, in base alle normative attualmente in vigore.

Queste sono le soglie valide per il triennio 2023-2025 per tutti gli stranieri che rispettano i requisiti per poter rientrare tra gli studenti che seguono percorsi di formazione o tirocini in Italia. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha anche comunicato che nel 2022 le adesioni effettive a questi percorsi formativi sono state molte meno rispetto alla soglia prospettata, ovvero circa 3.200.

Si prospetta un aumento di flusso per queste cause, ma anche per motivi di lavoro. Il Ministero infatti punta a incentivare l’immigrazione legale, tenendo in considerazione che chi termina un percorso di formazione o di tirocinio può poi ottenere un permesso di soggiorno per motivazioni di lavoro.

Decreto flussi e immigrazione legale

Il nuovo decreto flussi, a differenza di quelli precedenti, prevede una pianificazione su base di tre anni, secondo il Decreto Cutro. Si prevede che in totale in Italia nel periodo compreso tra il 2023 e il 2025 arriveranno circa 452.000 lavoratori, e si prevede un aumento degli ingressi regolari.

Un’ulteriore novità su questo tema riguarda quindi la possibilità per chi arriva in Italia da paesi extra UE ottenere permessi di soggiorno per motivi di lavoro senza dover rispettare precise soglie, oltre a quella stabilita di 15.000 collegata alla formazione. Questo è un fattore che può incentivare l’impiego di manodopera regolare sul territorio, specialmente per alcuni settori lavorativi.

Il decreto specifica che nel caso di formazione o tirocinio, questi ingressi sono convertibili in permessi di soggiorno:

“Considerato altresi’ che si tratta di una programmazione su base triennale e che le tipologie di ingresso considerate, al termine del periodo di formazione o tirocinio, sono convertibili in permessi di soggiorno per motivi di lavoro, consentendo l’ingresso di manodopera qualificata, per le eventuali future esigenze del mercato del lavoro italiano.”

L’ingresso dei lavoratori stranieri (che provengono da paesi fuori dall’Unione Europea) viene così regolamentato dall’apposito decreto, incentivando la permanenza in modo legale sul territorio.

Il decreto flussi ha ampliato quindi l’ingresso a lavoratori extra UE, fuori quota, soprattutto per alcune mansioni, per coprire le esigenze per impieghi non stagionali in cui sono state riscontrate carenze dalle imprese. Le nuove categorie includono elettricisti, idraulici, addetti alla pesca, al trasporto passeggeri tramite autobus e assistenti familiari.

Cittadini stranieri in Italia: ultimi dati Istat

Per completezza di analisi, vediamo qual è la panoramica migratoria dall’estero verso l’Italia prendendo in considerazione gli ultimi dati Istat relativi al 2022.

In Italia, alla data del 1 gennaio 2022, ci sono almeno 5 milioni di cittadini stranieri residenti, che compongono circa l’8,5% della popolazione residente. Per ciò che riguarda i cittadini che provengono da paesi al di fuori dell’Unione Europea, che risiedono in modo regolare in Italia, i dati rilevano 3 milioni e 561.000 persone, in crescita rispetto all’anno precedente (+127% di permessi di soggiorno rilasciati).

Per ciò che riguarda la demografia, il calo delle nascite sul territorio italiano coinvolge anche i cittadini che arrivano dall’estero, mentre una panoramica interessante si registra per ciò che riguarda l’occupazione sul mercato del lavoro.

Nel 2022 il tasso di occupazione degli stranieri, prendendo in considerazione un range di età tra 20 e 64 anni, è vicino ai cittadini italiani, mentre il tasso di disoccupazione è più elevato per i cittadini stranieri rispetto agli italiani.

Un dato rilevante riguarda anche la collocazione territoriale degli stranieri regolarmente residenti in Italia: l’83,8% degli stranieri che hanno la residenza nel paese si trova nelle regioni del centro-nord, in particolare in Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Lazio.

Un fattore positivo sull’immigrazione in Italia riguarda il calo di irregolarità: i dati ISMU rilevano per il 2022 506.000 unità irregolari, contro le 519.000 del 2021, in discesa del 2,5%, con aumento dei permessi di soggiorno regolari all’interno del paese. La discesa delle irregolarità è dovuta ad alcuni interventi dello Stato, come le pratiche sulla sanatoria del 2020.

Fonte https://www.lavoroediritti.com/soldi-e-diritti/reddito-energetico