Colf e badanti, quasi sette su dieci non hanno la cittadinanza italiana

Quasi il 70% dei lavoratori domestici in Italia non ha la cittadinanza italiana, il dato aumenta al 72,7% nel caso delle badanti. Si tratta di quasi 622 mila lavoratori, di cui il 50,2% si occupano di assistenza alle persone (badanti). Ma quali sono le nazionalità più propense al lavoro domestico? A scattare la fotografia del settore Domina (Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico) nel V Rapporto annuale sul lavoro. Dal confronto con la popolazione attività per nazionalità, emerge che il lavoro domestico è uno dei settori principali di impiego per i cittadini delle Filippine e della Moldavia.

Romania, Ucraina e Filippine: i tre principali paesi di origine

L’analisi dei paesi di origini dei lavoratori domestici evidenzia come nel 2022 il 46% dei lavoratori domestici “stranieri” provenga da tre nazioni; un quinto viene dalla Romania (131 mila), il secondo Paese più rappresentato è l‘Ucraina, con 91 mila lavoratori, seguito dalle Filippine con 65 mila. Seguono gli altri paesi di provenienza; il 6% dei lavoratori domestici totali in Italia proviene dal Perù (37.333), mentre il 5,6% dalla Moldavia (35.113). Sotto le 7 mila unità paesi come la Bulgaria, Senegal, Russia o Nigeria.

Da dove vengono le badanti e le colf

La tipologia di lavoro domestico sembra essere correlata con la provenienza, ovvero in base alla nazionalità cambia anche la tipologia di lavoro domestico. Le badanti sono maggiormente frequenti tra i cittadini della Georgia (82,4%), tra quelli della Bulgaria (73,8%), dell’Ucraina (65,7%) e della Romania (63,0%). Mentre si registra una netta prevalenza di colf per i lavoratori provenienti dal Pakistan (89,4%), dalle Filippine (83,7%) e dal Bangladesh (83,8%). Rispetto al 2021 si registra una contrazione in quasi tutte le nazionalità, l’unica a riportare una crescita (+4,6%) è la Georgia. A diminuire in modo notevole la Romania con meno 14 mila lavoratori (-9,9%), il Marocco (-14,6%) e le cittadinanze asiatiche come Bangladesh (-34,0%) e Pakistan (-27,8%).

Lavoro domestico primo canale di ingresso al lavoro per molti stranieri in Italia

Tutte queste nazionalità sono presenti in Italia in numerosità diverse, basti pensare che i cittadini romeni sono oltre un milione, mentre gli ucraini 225 mila e la comunità filippina conta solo 159 mila persone. Per riuscire a capire quale sia la propensione al lavoro domestico per nazionalità, consideriamo la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) suddivisa per cittadinanza. Rapportando lavoratori domestici in base alla provenienza appare evidente che per alcune nazionalità il lavoro domestico è uno dei settori a maggiore occupazione. Oltre la metà dei filippini e degli ucraini sembra trovare impiego nel lavoro domestico, per i Moldavi la percentuale si abbassa al 38%. Solo il 15% dei cittadini provenienti dalla Romania sembra essere impiegata in ambito domestico. Se dovessimo fare un raffronto con i cittadini italiani la percentuale non raggiungerebbe l’1%. Dati che confermano come il lavoro domestico sia un primo canale di ingresso al lavoro per molti stranieri in Italia.

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