L’Italia chiude il 2023 con un bilancio allarmante: oltre 1.000 lavoratori hanno perso la vita sul lavoro. L’analisi statistica elaborata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega rileva un incremento degli infortuni mortali in occasione di lavoro, nonostante un calo degli incidenti in itinere.
MORTI SUL LAVORO: QUANTI SONO?
Dei 1.041 infortuni mortali contati nel corso del 2023, sono stati 799 gli infortuni mortali in occasione di lavoro, mentre sono 242 quelli rilevati in itinere: si denota una diminuzione nel numero totale rispetto al 2022 (erano 1.090) ma, numeri alla mano, il decremento è dato dalla diminuzione del -19,3% per gli infortuni in itinere (da 300 nel 2022 a 242 nel 2023) mentre quelli in occasione di lavoro sono aumentati del +1,1% (790 nel 2022 contro i 799 nel 2023) .
Il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente rimane una preoccupazione per il nostro Paese e i dati sollecitano una riflessione urgente sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia.
LE DENUNCE DI INFORTUNIO 2023
Le denunce di infortunio sul lavoro (mortali e non mortali) sono diminuite del 16,1% rispetto a fine dicembre 2022. Erano, infatti, 697.773 a fine dicembre 2022, nel 2023 sono scese a 585.356; il settore della Sanità evidenzia un decremento importante passando dalle 84.327 denunce del 2022 alle 41.171 del 2023. I settori più colpiti risultano essere le Attività Manifatturiere (74.376) cui seguono Sanità (41.171), Costruzioni (36.196), Trasporto e Magazzinaggio (33.855) e Commercio (31.824).
QUALI SONO LE REGIONI MENO SICURE?
Per consentire un confronto tra le varie regioni italiane, l’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega utilizza l’incidenza degli infortuni mortali, ossia il numero di infortuni ogni milione di occupati, rappresentando quindi il vero e proprio “indicatore di rischio di morte sul lavoro” che consente di confrontare il fenomeno infortunistico anche tra regioni con un numero di lavoratori diverso.
L’Osservatorio sulla Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering ha definito una zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori sulla base dell’incidenza degli infortuni mortali, dividendo così l’Italia a colori:
- Rosso: regioni con incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale.
- Arancione: regioni con incidenza compresa tra la media nazionale e +25% rispetto a tale media.
- Giallo: regioni con incidenza compresa tra la media nazionale e -25% rispetto a tale media.
- Bianco: regioni con incidenza inferiore a -25% rispetto alla media nazionale.
La media dell’indice di incidenza della mortalità in Italia alla fine del 2023 è di 34,6 decessi ogni milione di occupati.
Nel 2023 le regioni che hanno segnato i più alti indici infortunistici di mortalità, e finite in zona rossa, sono: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Puglia, Molise, Campania e Calabria.
In zona arancione: Sicilia ed Emilia Romagna.
In zona gialla, cioè sotto la media nazionale: Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Veneto, Sardegna, Lombardia, Liguria e Trentino Alto Adige.
In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa, troviamo: Lazio, Toscana e Valle d’Aosta.
Per visionare le statistiche degli infortuni mortali sul lavoro al 31/12/2023 a cura dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering CLICCA QUI!
INFORTUNI MORTALI 2023: IL DATO DEI LAVORATORI STRANIERI
Tra i dati più rilevanti ci sono quelli dei lavoratori stranieri. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a dicembre 2023 sono 155 su 799. Anche qui l’analisi sull’incidenza infortunistica svela chiaramente come gli stranieri abbiano un rischio di morte sul lavoro più che doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri infatti registrano 65,3 morti ogni milione di occupati, contro 31,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.
I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA DA GENNAIO A DICEMBRE 2023
La regione con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è la Lombardia (133 vittime) ma è anche la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia e che pertanto presenta un’incidenza di infortuni mortali al di sotto della media nazionale, collocandosi così in “zona gialla”.
Seguono: Campania (75), Veneto (72), Emilia Romagna (70), Puglia (62), Piemonte (61), Lazio (59), Sicilia (52), Toscana (33), Abruzzo (31), Calabria (24), Marche (22), Umbria (21), Friuli Venezia Giulia, Liguria e Sardegna (18), Trentino Alto Adige (14), Basilicata (10), Molise (5) e Valle d’Aosta (1).
Per visionare le statistiche del numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia al 31/12/2023 a cura dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering CLICCA QUI!
INFORTUNI SUL LAVORO: ALTRI DATI
Analizzando i settori lavorativi emerge il dato, ormai conosciuto, che quello in cui si rilevano più infortuni mortali è il settore delle Costruzioni, che fa rilevare ben 150 decessi in occasione di lavoro. Seguono: Trasporti e Magazzinaggio con 109 casi, le Attività manifatturiere con 101 decessi e il commercio con 64.
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a dicembre 2023 sono 55, mentre 31 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (292 su un totale di 799). Guardando però all’incidenza di mortalità il dato più alto rapportato all’età degli occupati lo si rileva nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (138,3), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (60,7).
Il lunedì risulta il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel 2023 (19,5%).
Fonte: https://www.vegaengineering.com/news/focus-sugli-infortuni-2023-in-italia-superate-le-1000-vittime/#:~:text=INFORTUNI%20MORTALI%202023%3A%20IL%20DATO,2023%20sono%20155%20su%20799