Secondo la premier Giorgia Meloni in Campania si sarebbe registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro. «Gli ingressi», sottolinea Michele Cutolo, presidente provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori a Napoli e vicepresidente nazionale dell’organizzazione, «vengono gestiti dalle prefetture e dal Ministero degli Interni, non si può accusare le Regioni di non effettuare i controlli perché non è un compito che spetta loro»
La premier Giorgia Meloni ha presentato un esposto al Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo sull’applicazione degli ultimi decreti flussi. La ragione? Stando alle motivazioni fornite dalla premier verrebbero usati dalla criminalità come canale ulteriore di immigrazione irregolare. La premier ha definito “allarmanti” i dati emersi dal monitoraggio degli ultimi due anni, e tra le regioni che più desterebbero sospetto per il numero di domande c’è la Campania, ne abbiamo parlato in questo articolo “Meloni e il J’accuse (inutile) alla Campania sui numeri del decreto flussi”.
«I flussi», sottolinea Michele Cutolo, presidente provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori a Napoli e vicepresidente nazionale dell’organizzazione, «vengono gestiti dalle prefetture e dal Ministero degli Interni: è loro la regia di controllo. Anche noi attraverso i nostri circoli abbiamo compilato diverse richieste».
Dalla compilazione della domanda le prefetture hanno 20 giorni per accertare che l’azienda esista e che abbia effettivamente bisogno di quel lavoratore. Un controllo, così com’è pensato ora il meccanismo, concretamente impossibile visto che il giorno del click day arrivano migliaia e migliaia di domande.
In Campania le domande di nulla osta al lavoro sono state 109.716, un dato cinque volte superiore a quelle del Lazio o del Veneto. Ma questo dato «non mi stupisce», dice Cutolo. «Ci sono comuni della provincia del napoletano e penso a Palma Campania, Poggiomarino o Terzigno, dove le comunità bangladese o indiana sono incredibilmente presenti. È una tendenza che negli ultimi dieci anni ha continuato a crescere in maniera esponenziale. Così com’era stato dagli inizi degli anni Duemila per le comunità cinesi. Mi sorprende che ci si chieda ora perché la Campania abbia un numero di richieste più alto della media nazionale. Il dato si era già consolidato negli anni passati, non nasce oggi con i decreti flussi. E in ogni caso un flusso di immigrazione controllata, che prevede un percorso di integrazione sociale, è da agevolare non da condannare»