Con 148 sì e 41 no, la Camera ha approvato in via definitiva il Decreto Agricoltura. Il provvedimento ora è legge e, tra tutte le misure, lascia invariata la stretta del fotovoltaico sul suolo agricolo, di cui tanto si è parlato nei mesi scorsi.
In generale, la nuova legge – 15 articoli – introduce norme dedicate alle aziende agricole e ittiche, misure per il contrasto del caporalato, la lotta al granchio blu, alla peste suina e alla Xylella.
Impianti fotovoltaici a terra
Come dicevamo, la misura che più di tutte ha suscitato scalpore è lo stop al fotovoltaico sul suolo agricolo. La nuova legge prevede infatti il divieto di installare i moduli sul terreno.
Nello specifico, la legge vieta l’installazione di impianti fotovoltaici a terra nelle aree agricole, salvo alcune eccezioni. L’installazione degli impianti fotovoltaici, con moduli collocati a terra, viene cioè limitata solo ad alcune aree, ossia:
- dove sono già installati impianti della stessa fonte, limitatamente agli interventi di modifica, rifacimento, potenziamento o integrale ricostruzione degli impianti già installati a condizione che non comportino incremento dell’area occupata
- in cave e miniere cessate, non recuperate o abbandonate o in condizioni di degrado ambientale, o nelle porzioni di cave e miniere non suscettibili di ulteriore sfruttamento, ivi incluse – secondo quanto precisato dal Senato – le cave già oggetto di ripristino ambientale e quelle con piano di coltivazione terminato ancora non ripristinate, nonché le discariche o i lotti di discarica chiusi ovvero ripristinati
- nei siti e gli impianti nelle disponibilità delle società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane e dei gestori di infrastrutture ferroviarie nonché delle società concessionarie autostradali. Via libera anche ai siti e agli impianti nella disponibilità delle società di gestione aeroportuale all’interno dei sedimi aeroportuali, inclusi quelli di pertinenza di aeroporti delle isole minori
- nelle aree interne agli impianti industriali e agli stabilimenti, nonché le aree classificate agricole i cui punti distino non più di 500 metri dal medesimo impianto o stabilimento
- nelle aree adiacenti alla rete autostradale entro una distanza non superiore a 300 metri, limite che non si applica dove gli impianti siano finalizzati alla costituzione di una Comunità energetica rinnovabile, o nei casi in cui si tratti di progetti attuativi di altre misure di investimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dal Piano nazionale degli investimenti complementari al Pnrr (Pnc), o di progetti necessari per il conseguimento degli obiettivi del Pnrr
Lotta al caporalato
Introdotta una banca dati che coinvolge i ministeri del Lavoro, Agricoltura, Interno, Inps, Inail, Agea, Istat e l’Ispettorato nazionale del lavoro, che – negli intenti – sia di contrasto al caporalato. Inoltre, verrà creata una banca dati degli appalti privati in agricoltura con sanzioni amministrative fino a 15mila euro per chi viola la normativa nazionale.
Infine, è stata prevista anche l’assunzione di 514 nuovi ispettori tra Inps e Inail.
Emergenze fitosanitarie, granchio blu e peste suina
Stanziati 12 milioni di euro a favore delle imprese colpite dal granchio blu e prevista anche la nomina di un commissario straordinario fino al 31 dicembre 2026 per varare un piano di contenimento. Per le emergenze fitosanitarie, sono previsti 4 milioni di euro per i kiwi, 40 milioni per il contrasto alla peronospora, e 30 milioni per la riconversione delle colture di ulivo colpite dalla Xylella.
Previsti, inoltre, interventi di biosicurezza contro la peste suina africana, mentre fino al 31 dicembre 2026, un Commissario straordinario nazionale sarà incaricato di adottare misure urgenti per contenere la diffusione del granchio blu.
Lo smantellamento del Cufaa
Il Decreto trasferirebbe, infine, il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (Cufaa) dell’Arma dei Carabinieri – la più importante polizia ambientale a livello internazionale – dal ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura, lasciando a quello dell’Ambiente la dipendenza del solo Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica.
Risorse per l’ex Ilva
L’amministrazione straordinaria di Ilva S.p.A. potrà aumentare i fondi da trasferire ad Acciaierie d’Italia S.p.A. fino a 150 milioni di euro. Le somme confiscate nell’ambito di procedimenti penali contro ex azionisti e amministratori di Ilva dovranno essere destinate, secondo la legge, a garantire la continuità operativa degli stabilimenti e a progetti di tutela ambientale e della salute. Eventuali risorse residue verranno utilizzate per progetti di decarbonizzazione del ciclo produttivo dell’acciaio nello stabilimento di Taranto.