Halyna sa cucire la pelle, in fuga dalle bombe dell’Ucraina, ora ha un lavoro e da qui riparte. Oussouby ha 30 anni, è sceso da un barcone partito dal nord Africa, ora ha un lavoro e da qui riparte. Balbir Pabla ha 46 anni, indiano. Nel 2008 è arrivato a Bucine con tanti sogni ma zero euro in tasca. “Nessuno mi dava lavoro perchè con la barba e il copricapo Sikh mi consideravano un talebano”. Una laurea in informatica, oggi Balbir è imprenditore e dà lavoro a venti persone: tutti assunti nella fabbrica dove “fascia” solette e tacchi per calzature e firma contratti con le grandi griffe della pelletteria. “In questi giorni è andato in porto l’incontro con i rappresentanti del gruppo Kering che promuove i marchi più celebri tra i quali Gucci, Saint Laurent e Bottega Veneta. Ma sogno una linea di calzature di lusso tutta mia”.
In cassaforte ha ordini e progetti per allargare spazi e produzione secondo l’idea green, per lui un chiodo fisso come le sue radici Sikh che “coltiva” in Valdarno insieme alla moglie e due figli. La primogenita “vuole studiare all’Accademia militare per diventare carabiniere”, dice con l’orgolio di padre.
Guarda avanti Barbil, il suo orizzonte è aperto ad altre attività da progettare, come una società specializzata in cybersicurezza “un ambito informatico sul quale sto studiando per specializzarmi”. Nel frattempo ha pianificato un investimento per ampliare lo stabilimento di Bucine e creare una struttura “self soustainable, con pannelli fotovoltaici per l’autonomia energetica e il potenziamento delle tecnologie già presenti nei nostri reparti produttivi”, scandisce in un italiano parlato con l’accento toscano che arricchisce il senso dell’integrazione. Il sigillo è arrivato sette mesi fa con “la cittadinanza italiana”.
La crescita aziendale è il trampolino di lancio per il futuro che Balbir Pabla condivide con i dipendenti. Non a caso, ha appena siglato un accordo sindacale per premiare i lavoratori: “Nei prossimi tre mesi ciascuno di loro avrà 500 euro in più. Sono benefit di welfare collegati a una serie di servizi, ma nell’intesa c’è anche una polizza assicurativa che copre una spesa fino a duemila euro all’anno per diagnostica e visite specialistiche. Insieme al Jacopo Maccari, segretario generale Femca Cisl abbiamo individuato la formula migliore e più rispondente alle esigenze dei dipendenti”.
Ai banchi dove si fasciano tacchi e solette ci sono dieci italiani e il resto della forza lavoro è composto da alcuni indiani, albanesi, rumeni. Da qualche mese ci sono pure Halyna dall’Ucraina e Oussouby dal Mali. “Lei è brava a cucire e così sto pensando ad ampliare i servizi per i clienti. Lui è un giovane pronto a ricominciare in un luogo al sicuro e merita un’opportunità. Credo nell’integrazione, anche perchè ho sperimentato sulla mia pelle difficoltà e diffidenze che ho superato cercando di farmi conoscere dalla gente, mostrare chi sono e cosa faccio”.
Come? Il volontariato è stato e continua ad essere la sua chiave. “Aiutare le persone in difficoltà è sempre stata la mia attitudine e attraverso l’impegno nella comunità di Bucine e Mercatale ho dimostrato che non ero un talebano, ma una persona arrivata per costruire un progettro di vita e di lavoro con la sua famiglia”. Dall’Avis alla Protezione civile passando per la collaborazione con parrocchia e circolo Arci, l’imprenditore oggi ha una rete dia mici e contatti non solo in Valdarno. “L’Italia mi ha dato tanto e posso dire che se non avessi trovato le difficoltà di quando sono arrivato qui, oggi non avrei la mia azienda e i miei progetti”.
Fonte https://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/limpresa-multietnica-che-funziona-benefit-e-incentivi-ai-dipendenti-b80ad0bf